Oggi le monache fanno una giornata di silenzio e di preghiera personale. Facciamo quindi le lodi per conto nostro e poi andiamo a fare colazione. Ci siamo noi, le due suore e Alexandra con Philippe, anche loro due hanno dormito nell'eremo. Con Alexandra ci siamo più fatti una bella chiacchierata ieri. Propongo di fare la foto di saluto tutti assieme. Ci pensa Alexandra mettendo il suo cellulare in modalità autoscatto.
È piovuto tutto ieri pomeriggio e questa notte, ci aspettiamo di trovare sentieri un po' fangosi e in effetti li troviamo. C'è un tratto di sentiero, quasi all'inizio, che è franato, ci si immette quindi nel sentiero, dopo la frana, con un passaggio molto scosceso e scivoloso. Dopo si alternano tratti semplici:
E tratti più impegnativi:
Mauro e Annamaria ci devono salutare, devono tornare a lavorare. Ci facciamo un ultimo selfie per salutarci:
Il cammino è molto variegato: tratti in mezzo ad una vegetazione rigogliosa:
Un tratto di di un'ampia carraia:
Alcuni tratti molto scivolosi, in più di uno ci siamo appoggiati a terra e Giorgio ci ha rimesso una bacchetta:
La cascata è sempre impressionante, bella e impressionante, Francesca ci decanta alcuni versi della Divina commedia:
Io lo seguiva, e poco eravam iti,
che ’l suon de l’acqua n’era sì vicino,
che per parlar saremmo a pena uditi.93
Come quel fiume c’ ha proprio cammino
prima dal Monte Viso ’nver’ levante,
da la sinistra costa d’Apennino,96
che si chiama Acquacheta suso, avante
che si divalli giù nel basso letto,
e a Forlì di quel nome è vacante,99
rimbomba là sovra San Benedetto
de l’Alpe per cadere ad una scesa
ove dovea per mille esser recetto;102
così, giù d’una ripa discoscesa,
trovammo risonar quell’acqua tinta,
sì che ’n poc’ora avria l’orecchia offesa.
(Inferno, canto XVI, 91-105)
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