Dopo lodi e colazione partiamo alla volta di San Godenzo. Facciamo prima un salto all'Alimentari per comprare un po' di focaccia, formaggio, 4 nelle e una tavoletta di cioccolata. Il sentiero parte di li, proprio a fianco all'Alimentari, ma noi non possiamo non fare un salto all'eremo di San Benedetto, dove passò anche San Romualdo, intorno all'anno mille, portando la sua disciplina.
Cominciamo la salita verso l'eremo imboccando via Dante Alighieri.
E proseguiamo poi per la via Crucis.
Lungo la via di trovano le formelle:
L'eremo ha un'antica cripta:
E un bellissimo cortiletto interno, con vista panoramica, che forse un tempo era un chiostro:
È pieno di piante e fiori e sono molto ben curati:
Finita la visita all'eremo, torniamo giù e cominciamo il cammino verso San Godenzo. Il sentiero è bello, è il sentiero CAI 409, dentro al bosco, ma ha molti tratti ripidi.
Ad un certo punto comincia a piovere ... ach!
La cosa più importante è coprire gli zaini per proteggere il contenuto dalla pioggia. Prima però tiriamo fuori gli ombrelli.
La pioggia ci accompagnerà tutta la giornata, è cominciata come una pioggia leggera, ma in diversi momenti di farà piuttosto intensa.
Lungo la strada c'è una breve deviazione per l'Eremo dei Toschi, la facciamo nella speranza di trovare un riparo e, nel migliore dei casi, anche una bevanda calda.
L'Eremo dei Toschi è anche un agriturismo e l'area è piena di animali, possiamo tra mucche e tori -sicuramente erano solo vitelli, ma belli grossi! In un un'ampia area recintata ci sono molte capre custodite da un paio di pastori abruzzesi. Dopo un attimo di titubanza decidiamo che i pastori non oltrepasseranno la recinzione ed entriamo, attraverso un cancelletto, nell'area dell'agriturismo vero e proprio.
Ed ecco che arriviamo all'eremo.
Una ragazza ci dice che possiamo visitare la chiesa, ma di non aprire altre porte che sono tutte aree private. Davanti alla chiesetta c'è un piccolo porticato, una manna dal cielo.
Inizialmente pensavamo potesse essere la nostra sosta di metà mattina, ma è già mezzogiorno e, forse, è meglio se ne approfittiamo per pranzare.
Poiché nel frattempo si è fatto più freddo, o saranno forse i panni bagnati che abbiamo addosso, ne approfittiamo anche per cambiarci e mettere qualche capo di abbigliamento in più.
Riprendiamo il cammino facendo a ritroso la deviazione per l'Eremo, raggiungiamo quindi il sentiero del cammino di Dante che in quel punto è una carrabile ben tenuta. Giorgio è perentorio: "Io non scendo per sentieri ripidi pieni di fango! Piuttosto la faccio più lunga ma passo per delle carraie" E ha ragione, troppa pioggia e troppo fango, e così proseguiamo sulla carraia fino ad arrivare alla statale 67 e, su questa scendiamo fino a San Godenzo.
Arrivati alla struttura, Albergo Ristorante Agnoletti, la troviamo chiusa, ma c'è un numero di telefono riportato sulla porta d'ingresso. Chiamiamo e viene ad accoglierci il nostro ospite.
Ci offre un tè con qualche brioches confezionata, è una bella attenzione. Poi ci assegna le camere, sono 3 camere da 2-3 persone, due hanno il bagno in camera. Giorgio e Roby prendono la camera coi lei separati, ha solo il lavandino, ma condividiamo il bagno.
Scendiamo a cena per le 19:30, crostini, formaggio e 3 primi, "volete anche un po' di secondo?" "No grazie, anzi, quei tortelli è un peccato buttarli via, li potremmo mangiare domani". E il nostro ospite ci prepara una vaschetta.
Vicino a noi c'è uno che sta mangiando da solo, dopo un po' ci "inchiacchieriamo" e veniamo a sapere che la cuoca, donna energica e brava, ha 85 anni, e sessant'anni prima era stata la sua maestra.
Si sono fatte le dieci, cominciamo a ritirarci nelle nostre camere.
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