sabato 22 giugno 2013

Cinque Terre Soviore Corniglia Manarola 1


Sabato 22 giugno 2013

Alle nove e mezza lasciamo il santuario e ci dirigiamo lungo il sentiero 1: l'Alta Via delle 5 Terre. Anche qui si capisce come i termini possano essere relativi, non dobbiamo aspettarci di trovarci su un alta via delle dolomiti! Buona parte del percorso vede una vegetazione rigogliosa, soprattutto felci e altre piante che invadono volentieri questo sentiero evidentemente non troppo frequentato.
Come altitudine massima si fiorano gli 800m.
Camminiamo con brevi soste per bere ed eventualmente mangiare un po' di frutta secca, per quattro ore e un quarto, raggiungendo così il borgo Corniglia. Corniglia è l'unica delle 5 terre che non è sul mare. Naturalmente splendide viste sul mare e sulle colline terrazzate circostanti.
Ci fermiamo a mangiare da A Cantina de Mananan, un posto molto segnalato, che vale le segnalazioni. Prendiamo un antipasto di salumi da dividerci e due piatti di testaroli al pesto (di produzione propria). Buono, i testaroli sono una pasta che somiglia un po' ad una crepe, non l'avevamo mai mangiata.
Abbiamo già fatto quattro ore e un quarto di camminata, a Manarola, dove abbiamo prenotato l'hotel, possiamo andarci con il treno!


Cinque Terre Vernazza Soviore 2

Occorrono 2 ore per percorrere il sentiero che da Vernazza porta a Monterosso. Siamo nel parco naturale delle 5 terre e, all'inizio del sentiero, si deve pagare un biglietto di ingresso di 5€. Lungo il cammino troviamo traccia della recente alluvione (vedi foto).
Arrivati a Monterosso si può fare il bagno, ci sono un paio di spiagge, con i sassi naturalmente, ma anche con una doccia a disposizione della comunità.
Dopo la pausa marittima ci incamminiamo verso il santuario di S.M. di Soviore.
Un'ora e mezzo di cammino che prosciuga le nostre risorse idriche.
Il santuario si presenta come un luogo di pace: un ampio cortile si affaccia sul golfo e si vede Monterosso in basso. Ci sono poche persone, il cortile è ben ombreggiato e soffia una leggera brezza.
Ne approfittiamo per riposarci un po' prima di scendere a cena. Abbiamo optato per trattamento 1/2 pensione, trenette al pesto come primo per tutti e due, sul secondo ci dividiamo in fritto misto e bistecca.

venerdì 21 giugno 2013

Cinque Terre Vernazza Soviore 1

Venerdì 21 giugno 2013

Partiamo da Ravenna alle sette e mezzo circa, in auto, per La Spezia. L'idea è di parcheggiare nel parcheggio vicino alla stazione e lasciare li la macchina fino a domenica. Ach! Non ho aggiornato il navigatore e non conosce i nuovi sensi unici di La Spezia. Per fortuna, a seguito di richiesta di informazioni, un gentile scooterista ci accompagna nei pressi della stazione, lui con lo scooter e noi a seguirlo in macchina. Il parcheggio è "full". Continuando a girare più o meno intorno alla stazione ci ritroviamo in una via a parcheggio libero. Siamo a meno di 1km dalla stazione, risparmiamo 35€ di parcheggio (se rubano la macchina il risparmio va in fumo, ovviamente).
Prendiamo il treno per Sestri Levante  delle 12,00 che si ferma a tutti i borghi delle 5 terre. Ci sono molti turisti stranieri che salgono e scendono nelle varie fermate, l'etnia più consistente è quella asiatica.
Il treno viaggia praticamente sempre in galleria e torna alla luce quando arriva nei paesi.
Noi scendiamo a Vernazza, vedi foto, la penultima delle cinque terre venendo da La Spezia.
Bel borgo! È mezzogiorno e mezzo, facciamo un giretto di mezz'ora per visitare il borgo e cercare un posto per mangiare.
Il posto più caratteristico per mangiare è ovviamente il porticciolo, ma nel breve tratto tra la stazione e il porto i prezzi aumentano parecchio. Le trofie al pesto passano, per esampio, da 9 a 15€.
Ci affidiamo a tripadvisor e andiamo a mangiare da un "pirata" un po' fuori mano. I dolci soprattutto sono molto buoni (cannoli siciliani riempiti al momento e panna cotta ai frutti di bosco).
Subito dopo pranzo imbocchiamo il sentiero che ci porterà a Monterosso.
È un sentiero molto bello, il mare sempre alla nostra sinistra, viste su Verrazza, su Monterosso e, per la maggior parte, in ombra.



domenica 9 giugno 2013

Passi del silenzio Il ritorno a casa


Sabato 8 giugno 2013

Riusciamo a partecipare, anche in quest'ultimo giorno, ad un momento con i monaci: le lodi del mattino.

Dopo colazione una navetta dell'albergo ci porta a Bibbiena, qui prendiamo la corriera per Arezzo e poi con un paio di treni arriviamo a Ravenna.

Arrivederci al prossimo anno, sui passi di Francesco, da Rieti ad Assisi ...

... ricordando le parole di san Bernardo: "Credimi, troverai cose più grandi nelle foreste che nei libri, gli alberi e le pietre ti insegnano quello che non puoi imparare dai maestri"

Passi del silenzio Rifugio Città di Forlì Camaldoli 3

Peccato! Fossimo arrivati anche solo 5 minuti prima avremmo potuto partecipare alla messa con i monaci e consegnare la lettera di suor Raffaella.
Non ci resta che proseguire il cammino verso il monastero, tre chilometri più in basso. A Camaldoli ci fermiamo a mangiare e poi prendiamo possesso della nostra camera.
Dopo un breve riposo in camera torniamo all'eremo, consegnamo le lettere, facciamo una sosta in chiesa e nella cella di san Romualdo (vedi foto).
Ritorniamo a Camaldoli e, alle sei e mezzo partecipiamo al momento di preghiera con i monaci: vespri e messa.
Quando si prega con i monaci di Camaldoli una cosa che colpisce è il ritmo con cui vengono date le risposte liturgiche e viene recitato il Padre Nostro. Con molta calma, senza fretta nel partire, scandendo bene le parole, con adeguate pause tra una frase e l'altra. Sembrano dire: quando dialoghi con il Signore, non avere fretta, dai tempo alle parole di scendere nel tuo cuore.
Ceniamo in albergo e poi andiamo a prendere il caffè nel bar del monastero. Qui condividiamo tra di noi l'esperienza fatta, le aspettative, la realtà vissute, le cose che maggiormente hanno inciso su di noi.

Passi del silenzio Rifugio Città di Forlì Camaldoli 2

In poco tempo arriviamo al passo della Calla e di qui prendiamo il sentiero in cresta che porta fino a Poggio Scali (1.520m slm), bella vista su tutti gli appennini, e infine all'eremo di Camaldoli. Il percorso è molto bello, si costeggia la Riserva integrale di Sasso Frattino, che rimane sulla sinistra.
Quando stiamo per arrivare all'eremo sentiamo suonare le campane della messa delle 11 e un quarto e acceleriamo il passo.
Arriviamo alle 11,29, troppo tardi, l'eremo è già chiuso, riaprirà alle 15,30.

sabato 8 giugno 2013

Passi del silenzio Rifugio Città di Forlì Camaldoli 1


Venerdì 7 giugno 2013

Ci svegliamo presto, alle 5 e venti, il sole è già sorto e si intravede attraverso gli abeti.
Alcuni daini stanno brucando sotto la nostra finestra.
Dopo colazione, un saluto algestore del rifugio, un garibaldino-mazziniano più socialista che repubblicano (immagino di quelli della prima ora), e partiamo alla volta dell'eremo di Camaldoli.

giovedì 6 giugno 2013

Passi del silenzio Fiumicello Rifugio Città di Forlì

Giovedì 6 giugno 2013

Addentrati come siamo nell'appennino sembra che la regola sia che il pomeriggio deve fare la sua bella piovuta. Decidiamo così di anticipare l'orario  di colazione alle sette e un quarto. Alle otto e un quarto imbocchiamo il sentiero che parte proprio di fronte alla Residenza Turistica che ci ha ospitato.
Passiamo di fianco ad un vecchio mulino ancora in grado di funzionare (foto).
Salita a tratti impegnativa, dopo si cammina in cresta. Facciamo sosta al rifugio Fontanelle (1.389slm). Appena finito di mangiare comincia a grandinare e noi ci riparimo nel rifugio (foto). Il rifugio è chiuso ma è sempre aperta una stanza che funge da bivacco.
Appena smette di piovere, ripartiamo alla volta del rifugio Città di Forlì.
Arriviamo alle tre e un quarto con 16km sulle spalle (foto).
La gioia per la doccia appena fatta si scontra con una brutta realtà: abbiamo preso diverse zecche. Passiamo l'ora successiva a mettere a frutto le competenze acquisite: con crema e pinzette debelliamo il nemico.
Forse quelli che dicevano che negli appennini bisogna girare con i calzoni lunghi e per giunta che questi devono essere infilati nelle calze, non avevano tutti i torti!

Passi del silenzio San Benedetto Fiumicello

Mercoledì 5 giugno 2013

Prima di lasciare San Benedetto non possiamo esimerci dal visitare l'abbazia benedettina. Qui fu chiamato anche San Romualdo a guidare i confratelli.
Nella foto la cripta. Dopo la visita all'abbazia cominciamo il nostro cammino verso Fiumicello. Lungo il cammino incontriamo bellissimi prati e paesaggi, ma anche foreste "diroccate" (foto). Ci fermiamo a mangiare nei pressi del rifugio (chiuso) della forestale.
Arriviamo a Fiumicello (foto) dopo 17 km e 6 ore e mezzo di camminata. Sono le tre e mezza del pomeriggio e pochi minuti dopo comincia a piovere.

Passi del silenzio Eremo di Gamogna San Benedetto in Alpe 3

Il cammino procede bene e arriviamo ai piedi della cascata di Acquacheta. Molto bella, non è facile trovarla così carica di acqua.
Gabriele è convinto: il vero pellegrino accoglie la natura come un dono, e l'acqua del torrente è donata per la pulizia del corpo. È anche riuscito parzialmente a convincere i compagni di viaggio che immergono così,nelle acque purificatrici, i propri piedi affaticati.
Al torrente ci fermiamo anche a mangiare.
Scendendo lungo il sentiero che costeggia il torrente arriviamo a San Benedetto in Alpe.
Dopo la doccia Gabriele si accorge di avere una zecca. A San Benedetto non c'è un dottore, la farmacia è aperta a giorni alterni e solo per un paio d'ore. Dopo alcune telefonate poco concludenti, girando per il paese finiamo al campeggio e qui, un angelo di nome e di fatto (nella foto) salva Gabriele. Ci ha spiegato come comportarci e alla fine ha tolto la zecca. Fatto importante: ora anche noi sappiamo come comportarci quando ci si ritrova con una zecca addosso.
La serata si conclude con una cena non proprio da pellegrini, ma aspiravamo ad un po' di proteine e volevamo festeggiare la felice risoluzione del caso.

Passi del silenzio Eremo di Gamogna San Benedetto in Alpe 2

Il bucato del pellegrino

Il pellegrino moderno quando arriva alla struttura che lo ospita, solitamente fa una doccia e si cambia. Ma, tante magliette, slip e calze pesano! Allora il pellegrino accompagna la doccia con il "bucato del pellegrino", si lava cioè i capi indossati in giornata e poi li stende ad asciugare. Nelle migliori condizioni una buona maglietta tecnica tra il tardo pomeriggio e la notte riesce ad asciugarsi ... non sempre. Slip e calze fanno un po' più fatica.
Ma il pellegrino moderno, soprattutto i compagnia di altri pellegrini fa tesoro della sua capacità di collaborazione e solidarietà.

Passi del silenzio Eremo di Gamogna San Benedetto in Alpe 1

Martedì 4 giugno 2013

La mattina comincia con una mezz'ora di adorazione a cui seguono le lodi. La chiesa, come quasi tutte le chiese, è rivolta ad est, e il sole sembra  voler partecipare con noi alla lode a Dio.
Fatta colazione, sempre in silenzio, e preparati gli zaini, ci troviamo nel piazzale. Suor Raffaella ci affida una lettera per un monaco dell'eremo di Camaldoli. Sembra quasi un rito antico, affidare una lettera a un pellegrino perchè la recapiti ad un convento per il quale passerà. In un mondo dove tutto è immediato, dove la tua mail viene letta cinque minuti dopo e, dopo altri cinque minuti, hai la risposta, sembra dire: non avere fretta, sappi aspettare, il ritmo della vita deve essere quello dell'attesa, della riflessione, della corretta priorità delle cose, ...
Anche i nostri ospiti amano i pellegrinaggi e suor Raffaella cammina volentieri. Ieri ha fatto quasi il nostro stesso percorso. Ha raccolto anche un paio di funghi e Gabriele, novello micologo, le consiglia di non mangiarli.

Passi del silenzio Tredozio Eremo di Gamogna 3

Un quarto d'ora dopo la messa, col suono di una campanella, David ci chiama a cena. "La cena sarà in silenzio ... abitato". "Abitato" significa che ascolteremo della musica. Poi ognuno quando ha finito di cenare si alza prende le sue stoviglie, senza aspettare che tutti abbiano finito, va in cucina, le lava ed esce.
Alle nove e mezza chiusura del monastero. E noi poco prima delle nove e mezzo ci ritiriamo nelle nostre celle. Nella foto il refettorio.

Passi del silenzio Tredozio Eremo di Gamogna 2

Dopo pranzo riprendiamo il cammino, prima scendendo a Ponte della valle e poi salendo verso l'eremo. Quando arriviamo a Ponte della valle comincia a piovere e noi mettiamo le mantelle impermeabili. Ci incamminiamo quindi per la carrabile che porta all'eremo, i punti più ripidi hanno il fondo cementato, la restante parte è in stabilizzato e non c'è molto fango. Noi siamo incappucciati e ci sentiamo un po' come monaci che risalendo la strada di casa ringraziano il Signore per il dono di sorella pioggia.
Arrivati all'eremo ci accolgono il sole e David, un prete parigino attualmente ospite del monastero. Hanno riservato per noi tre camere, ognuno ha la sua cella per la meditazione e il riposo. Dopo la doccia andiamo in refettorio per una tazza di te e qualche cosa dolce da mangiare.
Alle sei e mezzo partecipiamo alla messa, ci siamo noi tre, il prete e suor Raffaella che, appena entrata in chiesa, è venuta a salutarci.
Suor Raffaella ha un bel sorriso e una voce stupenda, rispondiamo volentieri alle parti "parlate", ma abbiamo un po' di soggezione ad intervenire nei canti, e così rimaniamo ad ascoltare chi canta così bene.

Passi del silenzio Tredozio Eremo di Gamogna 1

Lunedì 3 giugno 2013

Gianni deve partire prima che arrivi la colazione, ci saluta e torna a casa. Colazione spartana tortina e briosche confezionate, biscotti secchi, latte e caffè. La signora ci invita a prendere su qualcosa per il pranzo. Prendiamo un po' di pane e qualche briosche.
Partiamo alle nove e mezzo con il sole, ma poco dopo si rannuvola. Dopo un breve tratto di strada, in direzione di Lutirano prendiamo il sentiero in cresta tra le valli del Tramazzo e quella dell'Acerreta. Ottimi paesaggi a destra e a manca. Quando scendiamo verso l'Abbazia di Trebbana, il sentiero si fa più insidioso, ipunti maggiormente depressi sono pieni di fango e acqua. Superiamo comunque tutti gli ostacoli e ci ritroviamo ad ammirare prima la vecchia quercia e poi l'Abbazia. Ci fermiamo a mangiare, nei pressi dell'Abbazia, pane toscano e il vin santo rimasto dal giorno prima, un pasto buono e ... santo.

martedì 4 giugno 2013

Passi del silenzio Modigliana Tredozio 3

Riprendiamo il nostro cammino, sempre sotto il sole, rifocillati e riposati, ma il tormento ai piedi non lascia Gianni in pace. Per ridurre la sofferenza si toglie gli scarponi e comincia a camminare con le ciabatte. Quando arriviamo a Tredozio, la decisione è presa: prendere la corriera che parte da Tredozio alle 8,43 per Faenza e tornare a casa.
Arrivati all'ostello Le Volte di Tredozio, dobbiamo attendere che la signora che lo gestisce lo venga ad aprire, siamo gli unici ospiti. Apriamo le finestre affinchè entri un po' di caldo. Dopo la doccia e l'immancabile bucato del pellegrino, scendiamo alla pizzeria del campeggio. Dopo la pizza, buona, ci concediamo una partita a beccaccino, con Gianni che torna a Ravenna è l'ultima occasione.

Passi del silenzio Modigliana Tredozio 2

Sono quasi le undici quando, salutato don Bruno, ci incamminiamo alla volta di Tredozio passando sotto la rocca dei Conti Guidi.
Dopo circa due ore e mezzo di cammino raggiungiamo la chiesa di San Valentino, Ci fermiamo a riposare sotto l'ombra di un grande albero e a mangiare un po' di pane toscano comprato la mattina stessa.
Non possiamo portare nello zaino per tutto il pellegrinaggio la bottiglia di vino regalata da don Bruno, lui poi ce l'ha data perchè la bevessimo. Ma un vino dell''83, trent'anni, non può più essere buono. C'è un po di muffa sull'esterno del tappo, questo tende a sbriciolarsi quando si cerca di toglierlo ... poche speranze. ... un miracolo il vino è buono ... non bevibile, buono!

Passi del silenzio Modigliana Tredozio 1

Domenica 2 giugno 2013

L'accoglienza di Modigliana continua con una splendida colazione ...
Nella foto sono con noi i nostri ospiti.

... e prosegue con il benvenuto che don Bruno ci fa dall'altare e con un caffè che ci offre finita la messa.

Don Bruno insiste perchè accettiamo una bottiglia di vino, un vin santo del''83.

Passi del silenzio Faenza Modigliana 3

Dopo un'altra salita e un'altra discesa finalmente arriviamo a Modigliana: 28km, 8 ore. Tutto sommato anche se la tappa è stata un po' lunga noi ce l'abbiamo fatta bene, i nostri piedi un po' meno, quelli di Gianni ancora meno.
Abbiamo prenotato all'ostello, ci chiedono se vogliamo anche la cena, la descrizione di cosa ci aspetta è molto invitante e accettiamo. La cena è stata superiore alle nostre aspettative ed inoltre si è fermato a mangiare con noi il marito della signora che gestisce l'ostello, che è anche la cuoca, che fa le marmellate, ... Chiacchieramo di Ravenna e soprattutto di Modigliana. Scopriamo che nonostante i soli 4700 abitanti è una cittadina piena di iniziative. Dopo la piacevole cena il nostro ospite ci accompagna a fare un giro per il paese facendoci da cicerone.

Passi del silenzio Faenza Modigliana 2

Si fa l'una ed è ora di fermarsi per il pranzo. Gabriele nota alcune persone davanti ad una casa e dice: "non possono negare un bicchier d'acqua a un pellegrino!" Imbocchiamo il vialetto che porta alla casa e ci viene incontro il padrone di casa, Bob. Gli chiediamo se possiamo riempire le borracce, lui ci offre un tavolo e due panche su cui sederci. Il tavolo è posto sotto una grande quercia, ottimo, avevamo bisogno di un po' di ombra dopo tutto il sole preso in mattinata.
Non facciamo tempo a sederci che Bob torna con una bottiglia di vino, 4 bicchieri, alcune cipolle e un olio veramente speciale di sua produzione. Con le nostre focacce e i nostri panini, diventa un ottimo primo pranzo del pellegrino. Finito il pranzo Bob viene a sedersi con noi, porta anche quattro caffè e la grappa (al cumino). Si parla così, come amici di vecchia data che, dopo un po' che non si vedono, hanno un sacco di cose da dirsi. Grazie Bob per l'ospitalità.

Passi del silenzio Faenza Modigliana 1

Sabato 1 giugno 2013

Abbiamo preso il treno alle 7,33, a Ravenna, e siamo arrivati a Faenza alle 8,10. Il nostro cammino è cominciato imboccando il vialemdavanti alla stazione. Dopo un paio di km, siamo usciti dall'abitato, sulla provinciale per Modigliana. Ancora un paio di km e svoltiamo a destra per Borgo Tuliero. Siamo già fuori dal traffico, e ancora di più lo siamo svoltando per via Cornacchia. Belle le nostre colline.

Percorrendo la via Cornacchia ci imbattiamo in una piccola statua della madonna e ci fermiamo a fare un momento di preghiera.
Quando la via Cornacchia finisce proseguiamo a fianco ad alcuni frutteti fino a raggiungere una strada sterrata. Di li a poco arriviamo alla via Carla che imbocchiamo verso destra dirigendoci verso Brisighella. Poco prima di Brisighella imbocchiamo via Bicocca, tosta! Bella pendenza per diversi km.

giovedì 30 maggio 2013

Passi del silenzio




Venerdì 31 maggio 2013

Gabriele, Gianni, Giorgio e Paolo.
Siamo pronti.
Domani cominceremo il cammino che ci porterà da Faenza a Camaldoli.
Seguiamo idealmente il percorso fatto da San Romualdo mille anni fa.
San Romualdo, nato a Ravenna, divenne monaco a 20 anni nell'Abbazia di Sant'Apollinare in Classe. Qui divenne anche abate. Lasciò poi l'abbazia in cerca di solitudine e, nel 1012, fondò il monastero di Camaldoli.
Anche noi vogliamo fare questo percorso, anche solo per una settimana,  dalla pianura ravennate fino all'eremo di Camaldoli.
Abbiamo 8 giorni a disposizione, l'ultimo sarà dedicato al ritorno a casa. Servirebbero 9 giorni per fare l'intero cammino partendo a piedi da Ravenna: dobbiamo saltare una tappa. Meglio saltare la prima: partiamo da Faenza!