Oggi è previsto che piova presto. Ore 11?, 12? ... meglio non rischiare: andiamo al bar alle 6:30, già con gli zaini in spalla.
Stiamo per entrare nel bar quando esce uno con tre maritozzi conditi con un'enormità di panna. Entrati, chiediamo anche noi gli stessi maritozzi, ci spiega che quella non è una farcitura normale, è che quel cliente è molto goloso.
Partiamo alle sette meno dieci, arriviamo alla piazza del paese.
Usciamo dal paese
Appena usciti dal paese un'immagine suggestiva: un lungo ponte stradale sospeso nella nebbia.
Uno sguardo indietro a Leonessa
E cominciamo il tratto di strada asfaltata che ci accompagnerà per 5 km.
Un cartello ci indica di deviare a destra e prendere una carraia. All'inizio della strada la statua di San Benedetto.
Una bella carraia che sale con regolarità all'interno di una faggeta.
Una bella faggeta, che ci ha protetto bene dal sole, ma non troppo fitta con lo sguardo che poteva allungarsi. E soprattutto con un continuo e variopinto canto di uccelli.
Ad un certo punto usciamo dalla faggeta e passiamo in una radura.
Un altro passaggio in faggeta e di nuovo una radura. In questa ampia radura c'è anche un frassino, e ci sono 3 ragazze, sotto al frassino, che mi chiedono di fare loro una foto.
Ricambiano poi il favore.
Attraversiamo la radura, per un po' il cammino di San Benedetto coincide con un sentiero CAI.
In cima alla salita troviamo un cippo, uno dei tanti che segnalano il confine tra lo Stato pontificio e il Regno delle due Sicilie.
Poco dopo il cippo il sentiero CAI e il cammino seguono per direzioni diverse. Tre di noi, quelli in testa, avevano preso il sentiero sbagliato, noi, dalla coda, li abbiamo richiamati all'ordine.
La sera, mentre eravamo alla locanda, un altro pellegrino ci ha chiesto che strada abbiamo fatto e ci ha raccontato di aver preso la strada sbagliata e di aver avuto poi bisogno di un passaggio per arrivare a Poggio Bustone.
In breve tempo arriviamo a una fonte con un bellissimo prato fiorito vicino.
Il sentiero ha parecchi tratti fangosi, per fortuna il fango, molte volte, è ricoperto da uno spesso strato di foglie morte e questo aiuta a sporcarsi di meno.
In alcuni casi si sceglie, quando si riesce, di camminare a fianco al sentiero.
Incontriamo anche un piccolo guardo da fare:
Lungo la strada incontriamo anche una "Madonna del ruscello".
Poi comincia a piovere e ci dobbiamo coprire un po', ma sarà solo per un quarto d'ora, e pergiunta piove piano.
E finalmente incontriamo le ginestre, compagne fedeli di ogni cammino.
A mezzogiorno e venti arriviamo a Poggio Bustone.
Prendiamo possesso dell'appartamento, andiamo al bar a prendere chi tramezzini, chi piadine sottili farcite e birra.
Già che ci siamo prenotiamo un tavolo alla Locanda francescana; l'unico posto del paese in cui mangiare, se si esclude un'altra osteria che sembra avere prezzi piuttosto alti e non sembra in linea con il nostro status di pellegrini. Prenotiamo anche per Veronica e Massimo, che nel frattempo ci hanno raggiunto sul posto. Loro poi estenderanno l'invito ad un indiano, residente da molti anni negli USA, che hanno incontrato lungo il cammino.
Riposo pomeridiano, cena presto: alle sette, non ci serviranno niente prima delle otto, una sorta di vendetta del padrone per non aver scelto il menù completo ... il posto ci ha veramente convinto poco ... ma è un cammino, va sempre bene.
Buone chiacchiere in compagnia, ovviamente un po' in italiano, un po' in inglese.
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